Restaurata la Cappella di San Nicola della Basilica della SS. Annunziata

È stato presentato questa mattina (19 maggio 2023) il termine delle operazioni di restauro della cappella di San Nicola, ubicata all’interno della splendida Basilica della Santissima Annunziata a Firenze.

Il restauro è stato finanziato da Friends of Florence mediante il dono della The Giorgi Family Foundation. Le operazioni sono state avviate nell’ottobre del 2021 e si sono protratte fino allo scorso gennaio

(…) Tratto dal sito https://michelangelobuonarrotietornato.com/

Parete di fondo dopo il restauro. Fotografia di Ottaviano Caruso
Stato di conservazione e restauro

L’intervento di restauro ha riguardato gli affreschi, gli stucchi e tutta la componente lapidea.

Le pitture murali della cappella erano offuscate da una coltre di nerofumo che ne rendeva difficoltosa l’identificazione, a cui si aggiungeva un fissativo organico, utilizzato probabilmente in precedenti restauri, ormai del tutto scurito e alterato.

Erano riscontrabili anche effetti di antiche infiltrazioni di umidità dalle coperture. Durante le indagini si è scoperto almeno un restauro ottocentesco precedente molto invasivo, comprensivo di alcune ridipinture.

La situazione conservativa risultava molto precaria, con lesioni, distacchi e rischio di caduta di parti degli affreschi.

Per prima cosa le restauratrici hanno messo in sicurezza la tenuta del colore, per poi passare alla ripulitura delle superfici dai depositi di nerofumo, prima con acqua deionizzata e poi con un intervento più approfondito con impacchi a base di pasta di cellulosa, sepiolite e carbonato di ammonio per quanto riguarda le pitture della volta e della parete di fondo.

L’intervento è passato poi alle lunette e successivamente alle due scene del registro inferiore, opera del Rosselli in cui si è optato per una soluzione più leggera, satura di carbonato di ammonio su foglio di carta giapponese.

Tutte le zone dorate sono poi state ripassate con una soluzione protettiva. La pulitura sia degli affreschi che degli stucchi ha portato a risultati eccezionali restituendo l’ambiente alla sua originaria cromia. Al termine della pulitura si è proceduto con il consolidamento delle superfici lesionate e distaccate dagli strati di supporto.

Le operazioni di integrazione pittorica sono state complesse. La casistica di intervento, legata al tipo di degrado e alla tecnica pittorica, ha richiesto azioni differenti. Le micro mancanze della pellicola sono state trattate con abbassamenti di tono, mentre in altre zone, soprattutto relativamente ai dipinti del Pugliani, si è intervenuto con leggere velature.  

Per quanto riguarda gli arredi lapidei, la preziosità e la varietà dei materiali apparivano pesantemente offuscati da disomogenei annerimenti superficiali, dovuti principalmente alla rilevante presenza di nerofumo e all’alterazione dovuta a trattamenti oleosi e cerosi che erano stati applicati in passato a scopo manutentivo.

Particolare affreschi nella parete di fondo dopo e prima del restauro. Fotografia di Ottaviano Caruso
Tante e diverse sono state le forme di degrado trovate dai restauratori: dall’usura agli effetti degenerativi di carattere più strutturale come fessurazioni e fratturazioni, dalle conseguenze di antiche infiltrazioni piovane provenienti dalle coperture ai fenomeni di erosione superficiale che hanno interessato la lastra tombale trecentesca in pietra serena.

Prima di procedere alla ripulitura, si è proceduto a una capillare verifica della sicurezza statica e a successive azioni di pre-consolidamento. Analisi accurate hanno permesso di definire la metodologia di intervento da adottare a seconda della tipologia di materiale e di degrado avvenuto. La pulitura è infine stata condotta in modo graduale, eliminando via via sostanze nocive per ritrovare l’equilibrio cromatico. Successivamente si sono svolti interventi di consolidamento e riposizionamento o incollaggio di frammenti distaccati. Le fessurazioni sono state stuccate con impasti a base di calce naturaleLe superfici marmoree sono state ricoperte infine da una soluzione protettiva, seguendo una pratica secolare di manutenzione delle sculture.  

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