Esperti internazionali presentano il nuovo studio ICR su policromie e dorature di sculture e rilievi di arte del Gandhara. L’incontro il 20 febbraio presso l’Aula Magna “Cesare Brandi”
Ne parlano
- S.E. Nadeem Riyaz (Ambasciatore del Pakistan in Italia),
- Luigi Ficacci (Direttore Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro),
- Adriano Rossi (presidente ISMEO),
- Marco Guglielminotti (Direttore Museo di Arte Orientale, Torino),
- Claudia Ramasso (Conservatrice Museo di Arte Orientale, Torino),
- Pierre Cambon (Conservatore Museo Guimet, Parigi),
- Anna Provenzali (Conservatore Museo Civico Archeologico di Milano),
- Anna Filigenzi (Università degli studi di Napoli ‘L’Orientale’ – Missione Archeologica Italiana in Afghanistan),
- Fabio Talarico (Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro),
- Massimo Vidale (Università degli studi di Padova),
- Stefano Lugli (Università degli studi di Modena e Reggio Emilia),
- Carla Giovannone (Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro)
Il giorno 20 febbraio 2020 verrà presentato nella sede dell’Istituto centrale per il restauro (ICR, Aula Magna Cesare Brandi) un volume monografico di recentissima pubblicazione (n. 2019,1 Rivista Restauro Archeologico) riguardante il nuovo studio coordinato dall’ ICR su policromie e dorature presenti su sculture e rilievi di arte del Gandhara in pietra, stucco ed argilla. Questa ricerca, che si pone in continuità con quella iniziata qualche anno fa e confluita in una precedente pubblicazione edita da Gangemi Editore, ha riguardato una complessa e vasta serie di analisi scientifiche e indagini conservative sui materiali costitutivi e sulle tracce di decorazioni policrome e dorate, ancora visibili su opere di arte gandharica conservate in Musei italiani e stranieri e su reperti provenienti da indagini delle Missioni Archeologiche Italiane in Pakistan e in Afghanistan.
Grazie a questo nuovo sviluppo della ricerca si è avuta la possibilità di chiarire ed approfondire alcune tematiche diagnostiche e conservative identificate in precedenza, acquisendo nuovi ed interessanti dati tecnologici e produttivi sulle opere in oggetto, di cui si sono focalizzate in modo più chiaro le problematiche legate alla loro conservazione, in stretto contatto con i relativi curatori museali.
Il lavoro dell’ICR è stato possibile grazie alla collaborazione con vari musei (Museo Guimet di Parigi, Museo d’Arte Orientale di Torino e Museo Civico Archeologico di Milano) e con le Missioni Archeologiche Italiane in Pakistan e in Afghanistan.