Vedi, in basso, il comunicato stampa Goppion, la società che ha realizzato gli allestimenti
PISA – Riapre al pubblico, completamente ristrutturato e riallestito, il Museo dell’Opera del Duomo di Pisa. Nei suoi 3000 mq interni, disposti su due piani e su una porzione del porticato esterno, il museo custodisce ben380 opere, suddivise in 26 sezioni. Tra queste, i capolavori della scultura medievale di Giovanni Pisano, Nicola Pisano, Tino di Camaino, Lupo di Francesco, Andrea Pisano, Nino Pisano e Andrea Guardi, seguace di Donatello.
L’Opera della Primaziale Pisana ha affidato il nuovo percorso museale a studiosi e restauratori guidati dal professor Marco Collareta, che hanno ripensato i criteri espositivi, in modo da restituire al pubblico un “racconto” che si presti a una più facile e appassionante lettura e in linea con i più moderni standard di fruizione museale.
Le opere sono state così “contestualizzate” mediante allestimenti che evocano il luogo, la collocazione e le atmosfere originarie. Si tratta di una operazione complessa volta a cogliere l’essenza e i significati reconditi per veicolarli. Il percorso si arricchisce anche di nuove opere restaurate. Tra queste, il Trittico della Madonna in trono e santi, tempera e oro su tavola realizzata da Spinello Aretino o la corona, lo scettro, il globo e un raffinatissimo drappo dell’Imperatore Enrico VII recuperati in occasione della ricognizione della sua tomba effettuata nel 2014.
Il percorso è stato inoltre reso più fluido anche grazie alla realizzazione di un nuovo scalone che collega il piano terra al piano primo. Anche lo spazio antistante l’ingresso principale è stato ridisegnato seguendo il tracciato viario esistente ed è stato dotato di una rampa in modo da renderlo completamente accessibile.
Chiude il museo lo splendido chiostro che si affaccia sul Campanile e che conserva al piano terra le statue raffiguranti la Madonna con Bambino, gli Evangelisti e i Profeti scolpiti da Giovanni Pisano per il Battistero, inseriti in un nuovo allestimento il cui obbiettivo è quello di ”riprendere” la suggestione offerta dalle trifore del monumento dove sono ora conservate le copie.
La ristrutturazione ha ovviamente previsto anche un adeguamento della conservazione delle opere alle nuove tecnologie. Per tale motivo l’Opera della Primaziale Pisana, dopo aver utilizzato per oltre 30 anni le vetrine Goppion, ha nuovamente affidato all’azienda milanese la custodia delle sue opere straordinarie. Le nuove vetrine, totalmente personalizzate in relazione agli oggetti e alle sale, sono dotate di sistemi di controllo dell’umidità e della qualità dell’aria adeguati alle richieste dei conservatori e alla delicatezza delle opere esposte, oltre che di sistemi di allarme sofisticati. Grazie a congegni meccanici di precisione, invisibili al pubblico, un solo operatore può aprire ante di oltre 4 metri. La totale trasparenza degli speciali vetri di sicurezza consente poi di apprezzare tutte le cromie e le raffinate tecniche di lavorazione delle opere.
“Sono passati più di trent’anni dall’inaugurazione del Museo per cui abbiamo realizzato il primo allestimento. – Afferma il Cavalier Alessandro Goppion, CEO dell’azienda – Le vetrine che abbiamo progettato per questa inaugurazione sono frutto delle ultime tecnologie sviluppate nel corso degli anni dal nostro Laboratorio Museotecnico e dei nostri studi in ambito ricerca e sviluppo. Sono stati due anni intensi in cui ci siamo prodigati a soddisfare le esigenze conservative di un’Istituzione storica come questa. Inutile dire che abbiamo dovuto affrontare anche necessità logistiche fuori dal comune per cui abbiamo pianificato delle modalità d’intervento specifiche sulla base dell’edificio, della sua struttura e delle sue condizioni attuali. Il trasporto eccezionale avvenuto pochi mesi fa è stato un successo di cui andiamo tutti fieri.”
Il comunicato stampa della Goppion
Goppion torna ad allestire il Museo dell’Opera del Duomo di Pisa
Il Museo riapre con i sistemi espositivi e conservativi realizzati dall’azienda milanese famosa in tutto il mondo per aver progettato le vetrine della Gioconda e dei gioielli della Corona d’Inghilterra.
Dopo un’imponente ristrutturazione, riapre i battenti il nuovo Museo dell’Opera del Duomo con un allestimento pensato secondo i nuovi standard museali per valorizzare le opere provenienti dal secolare cantiere della piazza e in particolare i capolavori della scultura medievale pisana.
Alla base del nuovo progetto, che reca la firma degli studi Natalini, Guicciardini&Magni, alcune esigenze e richieste avanzate dall’Opera della Primaziale Pisana che ridisegnano e aggiornano le modalità di presentazione, a partire dalla necessità di inserire nel percorso museale nuove opere scultoree provenienti dalla Cattedrale, dal Camposanto e altre in deposito nei magazzini.
A dettare la decisione di procedere a una ristrutturazione dell’esposizione, stanno anche necessità di adeguamento della conservazione alle nuove tecnologie.
D’altro canto, dal 1986, anno della sua inaugurazione, il Museo non aveva ancora subito sostanziali modifiche. L’Opera della Primaziale Pisana, dopo aver utilizzato per oltre 30 anni le vetrine Goppion – costruzioni avveniristiche e di grande ingegno per l’epoca, ha nuovamente affidato alla Goppion la custodia per il futuro delle sue opere straordinarie. Le nuove vetrine, totalmente personalizzate in relazione agli oggetti e alle sale, sono dotate di sistemi di controllo dell’umidità e della qualità dell’aria adeguati alle richieste dei conservatori e alla delicatezza delle opere esposte, oltre che di sistemi di allarme sofisticati. Grazie a congegni meccanici di precisione,
invisibili al pubblico, un solo operatore può aprire ante di oltre 4 metri. La totale trasparenza degli speciali vetri di sicurezza consente di apprezzare tutte le cromie e le raffinate tecniche di lavorazione delle opere.
Ad aprile 2019 Goppion si è trovata ad affrontare una bella sfida: trasportare al primo piano dell’edificio le grandi lastre di vetro di alcune vetrine, operazione particolarmente delicata e complessa trattandosi di un edificio storico con percorsi di accesso molto stretti e per di più situato nella centrale e affollatissima Piazza dei Miracoli. Fissate a una ventosa legata alla gru di cantiere, le lastre sono state sollevate oltre il tetto dell’edificio e depositate su una piattaforma a 6 metri di altezza costruita in corrispondenza del loggiato, da dove – sganciati in sicurezza dalla gru – sono stati successivamente calati sul piano del calpestio del loggiato stesso e poi trasportati nelle sale del Museo con l’aiuto di un sistema su ruote. Il tutto ha richiesto due giornate di lavoro e la presenza di 5 tecnici specializzati, un gruista e il Project manager.
Si ringrazia la Soc. Goppion per aver fornito le immagini che commentano l’articolo !