artcolo di Valentina Muzi
La Madonna della Rosa è un dipinto realizzato da Raffaello Sanzio (e dai suoi allievi di bottega: Giulio Romano e Giovan Francesco Penni) nel 1518. Il quadro raffigura la Vergine con in braccio il Bambino, a fianco San Giovanni Battista, e in secondo piano San Giuseppe.
La composizione del dipinto trae ispirazione dalla Madonna dei Fusi di Leonardo da Vinci e, molto probabilmente, i due artisti ebbero modo di conoscersi e confrontarsi a Roma tra il 1513 e il 1516. Ad oggi l’opera, custodita al Museo del Prado di Madrid, è stata al centro di diversi dibattiti per accertarne la paternità.
L’enigma dietro la “Madonna della Rosa” di Raffaello
Infatti, sebbene l’intero dipinto venga attribuito al Maestro urbinate, non si può dire lo stesso del volto di San Giuseppe. Un mistero a lungo dibattuto tra storici e critici d’arte che, finalmente, trova risposta grazie all’applicazione dell’Intelligenza Artificiale al processo di autentificazione dell’opera: l’opera è stata testata dall’IA sviluppata da Hassan Ugail, professore di visual computing all’Università di Bradford che ha individuato le peculiarità pittoriche proprie di Raffaello, attribuendo parti dell’opera a lui e altre ai suoi allievi di bottega.
Parola al professore Hassan Ugail dell’Università di Bradford
“Il computer ha osservato il dipinto nel dettaglio“, ha spiegato il professor Hassan Ugail, ripreso da The Guardian. “Non solo il viso, ma anche tutte le sue parti che compongono il quadro, e ha scansionato la tavolozza dei colori, le tonalità, i valori cromatici e le pennellate. Capisce il dipinto in modo quasi microscopico e ha assimilato tutte le caratteristiche chiave della mano di Raffaello”. Una scoperta importante pubblicata sulla rivista Heritage Science, e sulla quale si è espresso anche Howell Edwards, professore di spettroscopia dell’università inglese, sottolineando che “l’analisi del programma di Intelligenza Artificiale ha dimostrato in modo conclusivo che le figure della Madonna, Gesù e San Giovanni Battista sono inequivocabilmente di Raffaello, mentre quella di San Giuseppe no”.
Autenticare i capolavori della storia dell’arte attraverso l’IA: tra scetticismo e autorevolezza
L’applicazione dell’Intelligenza Artificiale in processi di autentificazione di opere d’arte storiche non viene vista di buon occhio dagli addetti del settore; il professor Hassan Ugail pensa che un giorno o l’altro gli storici dell’arte saranno contenti di avere assistenti così efficienti, sebbene questi non potranno mai sostituire le capacità degli esseri umani.
Valentina Muzi
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