A quasi tre anni dall’atto vandalico che ha gravemente deturpato uno dei gruppi scultorei commemorativi del Conte Nicola Demidoff, Palazzo Spinelli avvia ufficialmente i lavori di restauro, tenendo fede alla promessa di contribuire alla cura del complesso.
«Riportare all’antico splendore la testa del dio Pluto bambino, in braccio ad una delle quattro figure allegoriche che rappresentano le virtù del nobile russo -spiega Emanuele Amodei, presidente dell’Istituto per l’Arte e il Restauro Palazzo Spinelli- è un’operazione molto delicata, per eseguire la quale stiamo utilizzando le più sofisticate strumentazioni disponibili. Il lungo periodo di pandemia ci ha costretti a sospendere temporaneamente i cantieri in corso. Ma il nostro desiderio, sin dal momento in cui abbiamo deciso di adottare il complesso scultoreo di Piazza Demidoff, è quello di restituire alla città il suo monumento in piena bellezza. Purtroppo, durante il lungo periodo di forzata inattività, agli atti deturpatori del 2018 si sono aggiunte scritte vandaliche sulla parte bassa della statua. Oggi però -continua il presidente- il cantiere è stato ripulito, ripristinato e messo in sicurezza e l’intervento di restauro partirà proprio dalla cancellazione di queste scritte, grazie all’apposito laser per la pulitura dei lapidei.»
Per tutta la giornata, gli studenti dei corsi di restauro promossi dall’Istituto Spinelli, affiancheranno i docenti Steafano Landi e Daniela Manna, per condurre i test di pulitura anche con i solventi, di modo da valutare quale sia il metodo più efficace.
«Un’occasione formativa eccezionale per i nostri studenti- commenta Amodei- che, come sempre capita nei corsi professionalizzanti promossi dall’Istituto, hanno la possibilità di specializzarsi stando a stretto contatto con opere d’arte di grande valore storico».
Cosa accadde nel 2018 al complesso scultoreo di Piazza Demidoff
Nel giugno del 2018 un deprecabile atto vandalico danneggiò gravemente la statua in marmo commemorativa del conte Nicola Demidoff, nell’omonima piazza attigua a Lungarno Serristori. La testa del dio Pluto bambino, in braccio ad una delle quattro figure allegoriche che rappresentano le virtù del nobile russo, venne brutalmente decapitata e cadde rovinosamente a terra frammentandosi in varie parti, così come l’indice della figura femminile che lo tiene in braccio ed il bordo sinistro della base circolare.
L’impegno di Palazzo Spinelli
L’Istituto Palazzo Spinelli, da quarant’anni impegnato nella conservazione del patrimonio artistico della collettività, mise immediatamente a disposizione del Comune l’esperienza dei propri restauratori, facendosi carico dell’intera operazione di ricostruzione e riposizionamento della testa della statua, e dei successivi interventi di pulitura, restauro e consolidamento dell’ottocentesco complesso scultoreo.
«Immediatamente dopo l’accaduto -commenta il presidente Emanuele Amodei- abbiamo voluto mandare un messaggio forte contro il vandalismo che periodicamente affligge il nostro territorio, dimostrando che Firenze sa reagire prontamente contro ogni forma di mancanza di rispetto nei confronti del proprio patrimonio culturale. I visitatori di tutto il mondo non devono solamente ammirare le nostre opere d’arte, ma aiutarci a proteggerle, come patrimonio comune di tutti quanti.
Arrampicarsi su una statua o mangiare sui gradini di un monumento, sono azioni inaccettabili. Nel nostro piccolo, abbiamo proposto e condiviso con il Comune che, ad ultimazione dei restauri previsti, il complesso scultoreo di Piazza Demidoff sia adottato stabilmente dal nostro Istituto, di modo da poter intervenire direttamente, a fianco della proprietà e dell’organo di tutela, in caso si verifichino danni di tipo meccanico, alluvioni o semplici deturpazioni dovute agli agenti atmosferici e alla presenza dei piccioni».
Lo stato dei lavori ad oggi
La scultura, realizzata da Lorenzo Bartolini tra il 1830 ed il 1849 su ordine dei figli del conte Demidoff, fu completata dall’allievo di Bartolini Pasquale Romanelli solo nel 1871 e poi donata al Comune di Firenze.
Dopo l’atto vandalico il Comune costituì un team inter disciplinare per il recupero della statua, cui presero parte Opificio delle Pietre Dure (per le analisi chimiche), Istituto Spinelli (per il restauro) e Sovrintendenza. Completato l’iter dei permessi per l’avvio dei lavori e quello delle analisi chimiche preliminari, l’Istituto Palazzo Spinelli ha avviato l’operazione di recupero dei vari frammenti, la loro pulitura e la ricostruzione in 3D della testa di Pluto bambino.
«Stiamo parlando di 3 kg di marmo ridotto in polvere -commenta Stefano Landi, restauratore che ha eseguito le operazioni, insieme a Daniela Manna e all’allieva Maria Costagnola-. Dai frammenti abbiamo dovuto rimuovere sostanze saline causate dalle vicissitudini del tempo (piogge acide, guano, ecc) e che erano state assorbite dal marmo. Capita infatti alle statue da esterno che gli agenti atmosferici e le variazioni della temperatura “cuociano” la superficie lapidea provocandone il rigonfiamento e aumentandone la porosità.
Ecco perché, quando il facinoroso si è arrampicato sulle statue in questione, il marmo non ha retto e la testa del dio Pluto si è spaccata. Una volta catalogati -continua Landi-, i frammenti sono stati desalinizzati e puliti tramite tecnica laser non invasiva, controllata e selettiva, che ci ha permesso di rimuovere le concrezioni, grazie anche alla collaborazione con la ditta El.En. Sono poi state eseguite prove di consolidamento per identificare il prodotto più idoneo, e la scansione con il laser 3D per la ricomposizione del volto mancante, grazie alla collaborazione con Tacheolab.
In questo ci è stato di grande aiuto il modello in gesso impiegato dallo stesso Bartolini per la produzione della statua in marmo, attualmente conservato all’Accademia di Belle Arti di Firenze, che rappresenta l’unica testimonianza reale e tridimensionale della testa danneggiata. Abbiamo dunque potuto eseguire la scansione del modello in gesso e, successivamente, quella della parte rimasta del busto della statua, di modo che il negativo risultante ci permettesse di ricostituire i frammenti sulla parte da integrare.
Di tutta la testa decapitata, infatti, è rimasto integro solo il 20%».
Il passo successivo per l’intervento di restauro è stata la realizzazione di un modello di supporto ai frammenti, che ovviamente non potranno più essere gli originali, bensì una copia in resina di marmo che al momento opportuno sarà ricollocata sul corpo della statua. Per quanto riguarda invece i frammenti originali, saranno conservati negli spazi museali del Comune di Firenze.
03 maggio 2021 © Copyright Redazione Nove da Firenze