L’AQUILA – La chiesa di Santa Maria del Suffragio nel cuore del centro storico dell’Aquila, nota come “delle Anime Sante”, uno dei simboli del terremoto del 2009 con la cupola che crollò in diretta televisiva e oggetto di pesanti lavori di riparazione, verrà restituita alla città a fine ottobre 2018 e a breve partirà anche il cantiere della Cattedrale aquilana, intitolata a San Massimo d’Aveia (il Duomo).
È quanto annunciato, questa mattina, in occasione della visita dell’ambasciatore francese in Italia, Christian Masset, che ha voluto toccare con mano il risultato del complesso restauro della chiesa in piazza Duomo, che si avvia a conclusione dopo 4 anni di lavoro condiviso tra il governo italiano e quello francese.
“Sono onorato e molto emozionato oggi. Nel 2009, mi sono occupato del G8 e del G20 e ho visto L’Aquila a poche settimane dal terremoto. Questa è la prima volta che torno in città da quella data e vedere tutte queste gru, i palazzi antichi tornati al loro splendore, i restauri e i cantieri, mi ha commosso, pè un segno importante della rinascita della città”, ha spiegato il diplomatico francese.
Il cantiere di costruzione della chiesa di Santa Maria del Suffragio si aprì nell’ottobre del 1713; quello del restauro, gestito dal Segretariato regionale Mibact per l’Abruzzo e condiviso da Francia e Italia, invece, è stato avviato dopo trecento anni, nel febbraio del 2014, portando a compimento un percorso di cooperazione intrapreso dopo il sisma del 2009 con il Protocollo interministeriale sottoscritto nel 2010, e perfezionato con l’atto aggiuntivo siglato dalle parti nell’agosto 2012, che ha previsto un sostegno finanziario da parte della Francia di 3 milioni 250 mila euro.
La ricostruzione della cupola e la facciata riscoperta sono stati “l’assaggio” di quello che sarà il momento più atteso, la riconsegna del monumento alla sua funzione e alla città, che si appresta ad arrivare per sancire una collaborazione consolidata tra i due stati, ben oltre gli impegni istituzionali.
“Oggi vorrei rendere omaggio a tutti i cittadini, che pian piano stanno riconquistando i loro spazi. Questa chiesa è cara alla cittadinanza ed è il simbolo di un impegno molto forte, di un lavoro di rafforzamento importante e di una collaborazione attiva tra francesi e aquilani. Questa chiesa è stata una bellissima scuola per gli studenti francesi, che sono venuti nel capoluogo per studiare, lavorare e imparare. Oggi bisogna dire che siamo più forti e andiamo lontano attraverso la cooperazione e il sostegno tra popoli”, ha aggiunto.
D’accordo con il messaggio che ha voluto lanciare l’ambasciatore il sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, che ha parlato di un “carattere di internazionalità del sacrificio del capoluogo, ma anche del percorso di rinascita della città stessa. Ancora scontiamo – ha spiegato il primo cittadino – le difficoltà del post-sisma, ma sono compensate dalla consapevolezza di essere protagonisti di una delle più straordinarie opere di rinascita di un territorio”.
Ad accogliere Masset, oltre a Biondi, il prefetto Giuseppe Linardi, l’assessore comunale alle Politiche comunitarie e rapporti con le istituzioni Carla Mannetti, la soprintendente per i Beni architettonici e paesaggistici dell’Abruzzo Alessandra Vittorini, l’arcivescovo monsignor Giuseppe Petrocchi, il rettore di Santa Maria del Suffragio don Daniele Pinton e il comandante della Compagnia dei Carabinieri dell’Aquila, il capitano Francesco Nacca.
“Quando un giorno verrà raccontata la storia di questa città dal 2009 in poi, potremmo dire che è stata un laboratorio straordinario di rinascita in tempo di pace, dal restauro dei nostri beni culturali, alla grandissima opera di accuratezza e attenzione per il dettaglio e del rilancio socio economico del territorio – ha aggiunto Biondi – Tutto questo grazie alla solidarietà di cui tutti noi siamo testimoni privilegiati, ma anche grazie al carattere degli aquilani, forgiato dalla fatica e dal freddo”.
Petrocchi ha sottolineato l’importanza in una comunità ferita della restituzione dei luoghi simbolo dell’identità collettiva. “Ogni volta che un’opera distrutta viene riaperta, non soltanto restaurata, ma ricondotta ad uno splendore più forte e più evidente di prima, mi sembra di cogliere le tappe di una progressiva rivincita sul terremoto, una riconquista che è il risultato di uno sforzo comune, di più voci che sono riuscite ad intonarsi bene insieme, è necessario dialogare per una storia condivisa e la collaborazione per i lavori delle ‘Anime Sante’ è stata fondamentale”, ha dichiarato.
L’arcivescovo ha poi annunciato che a breve partiranno i lavori di restauro del Duomo: “Le procedure sono in uno stadio avanzato, il cammino per l’avvio del cantiere prosegue e siamo pronti per la riconquista di questo straordinario monumento che è la cattedrale di San Massimo”.
La soprintendente Vittorini, poi, ha posto l’accento sul “rafforzamento del rapporto con la Francia”, ricordando le tappe, che hanno portato all’avvio e quasi alla conclusione dei lavori della chiesa di Santa Maria del Suffragio.
“L’intervento è stato finanziato con una somma di circa 7 milioni di euro e i lavori”, svolti dall’Ati (associazione temporanea di imprese) Italiana Costruzioni e ditta Fratelli Navarra dello stesso gruppo, che si è aggiudicata la gara. “Siamo riusciti ad arrivare a questo punto grazie a un accordo del 2010, che ha un valore aggiunto per L’Aquila, poiché è stato improntato ad una condivisione a tutto campo, non solo economica, ma anche di rapporti umani e professionali, per quanto riguarda la parte tecnico-scientifica, infatti, hanno contribuito in modo unitario sia la scuola di restauro aquilana, si quella francese, che hanno avuto allo stesso tempo la possibilità di confrontarsi sui metodi da utilizzare”, ha spiegato la Vittorini.
Durante i lavori, non sono mancate delle difficoltà, tanto che a fine 2016 una carenza di 2,5 milioni di euro aveva messo in pericolo la prosecuzione e il completamento dell’opera, ma alla fine una rimodulazione interna al ministero dei Beni culturali ha scongiurato l’impasse e “a fine ottobre ci sarà l’atteso taglio del nastro”.
Presente anche il prefetto Linardi, da poco più di un anno in città, che ha ammesso di non aver conosciuto L’Aquila prima del 2009, ma “passeggiando per la città, i cantieri e le gru, si vede che sta rinascendo, la basilica di Collemaggio è stata restituita da poco agli aquilani e oggi, guardando per la prima volta questa chiesa, pezzo fondamentale della ricostruzione, non si può non essere grati a chi ci sta dando una mano per recuperare tutto questo, riportando le strutture, gli edifici e i luoghi chiave per i cittadini al loro splendore originale. Gli aquilani hanno dimostrato di essere forti e pian piano si stanno riprendendo la città”.
L’ambasciatore è stato guidato nel sopralluogo al cantiere di restauro dall’architetto Franco De Vitis, direttore dei lavori, dal responsabile unico del procedimento Claudio Finarelli, e dalla dottoressa Anna Colangelo, responsabile per gli apparati decorativi.
La visita dell’ambasciatore francese è stata anche l’occasione per commentare gli ultimi sviluppi della crisi tra Francia e Italia a causa della nave di migranti Aquarius, dirottata in Spagna, e la conseguente polemica che si è sollevata dopo le parole del presidente francese Emmanuel Macron, che nei giorni scorsi ha “bacchettato” l’Italia.
Dopo l’incidente diplomatico “il presidente del consiglio Giuseppe Conte ha incontrato Macron, venerdì scorso a Parigi, al quale ho preso parte anche io in veste di ambasciatore francese in Italia – ha spiegato Masset – C’è stata un’intesa perfetta, siamo davanti a un grandissimo problema che è quello dei migranti e della solidarietà che dobbiamo avere nei loro confronti e per risolverlo si può agire soltanto insieme. Le risposte sono europee e su questa linea si è svolto l’incontro con Conte”, ha concluso.
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