Pubblicato su QA – Turismo Cultura & Arte | 7 Gen 2024 | Arte e Cultura, Conservazione e Tutela
La statua del Mosè fu scolpita da Michelangelo per il monumento sepolcrale, di papa Giulio II della Rovere (1503-1513); destinata inizialmente nella Basilica vaticana, fu collocata poi nella basilica di San Pietro in Vincoli a Roma.
L’artista fu incaricato per il progetto del sepolcro da Giulio II nel 1505, ma l’opera fu iniziata solo nel 1544 e realizzata, in accordo con gli eredi del Papa, in una versione ridotta; da una pianta quadrata con 40 statue, il progetto finale fu ridimensionato ad un monumento addossato a una parete con sette statue di cui solo tre di Michelangelo. Per Michelangelo, la statua del Mosè, da sola, bastò a far onore alla sepoltura di Giulio II.
Dalle due porticine posizionate ai lati del monumento, chiuse da sempre al pubblico, si potrà ora accede agli ambienti dell’anti-sacrestia e sacrestia che custodiscono gli affreschi, i resti di una torre medievale, gli straordinari pavimenti del XV secolo fatti di marmi policromi romani, e i dipinti dei collaboratori di Raffaello tra cui Polidoro da Caravaggio.
«La Basilica, dice Daniela Porro Soprintendente Speciale per il Polo Museale Romano, rappresenta la storia di Roma con la S maiuscola per tutte le importanti testimonianze archeologiche nel sottosuolo, tra cui alcune domus romane, che restaureremo con i fondi del Pnrr entro il 2025».
Le visite in calendario dal gennaio 2024, per gruppi di massimo dieci persone, sono prenotabili sul sito soprintendenzaspecialeroma.it.